Come tagliare rovi, piante infestanti ed erba alta, folta e spessa: guida completa

È trascorso molto tempo dall’ultimo taglio del prato? Per il diserbo delle piante infestanti e la rimozione tramite taglio di erba, sterpaglie, arbusti e piccoli cespugli indesiderati si sconsiglia di utilizzare i tradizionali tagliaerba e di usare, invece, un apposito decespugliatore, strumento particolarmente indicato per terreni di piccole e medie dimensioni e per le aree in pendenza.

I decespugliatori sono adatti alla falciatura di qualsiasi tipo di erba ed alla frantumazione di rovi, sterpaglie ed arbusti anche di ragguardevoli dimensioni, con la dovuta cautela ed avendo cura di adottare i più idonei dispositivi di protezione e sicurezza personale, ossia una maschera dotata di apposita visiera, un paio di guanti da lavoro di qualità, una tuta intera, delle cuffie per le orecchie ed un paio di stivali o di calzature robuste, meglio se antinfortunistiche, dotate di puntale in acciaio.

In presenza di erba molto alta e di erbacce resistenti si consiglia di procedere con la falciatura muovendo l’apparecchio dapprima verso destra, tagliando la parte superiore dell’erba, e successivamente verso sinistra, lavorando sulla parte inferiore. In questo modo il materiale falciato andrà a ricadere sulla superficie già tagliata.

Se il terreno su cui vi accingete a decespugliare è in pendenza, suggeriamo di adottare il cosiddetto metodo delle strisce, falciando dapprima la striscia parallela al piano in pendenza, per poi tornare indietro nella fascia falciata e procedere con il taglio della striscia successiva, sopra la precedente. Il prodotto della falciatura e della frantumazione può essere raccolto ed accumulato per il compostaggio o lasciato in loco.

Il decespugliatore è lo strumento più indicato per il taglio dell’erba particolarmente alta, folta e spessa e per l’eliminazione di arbusti, che, altrimenti, andrebbero rimossi manualmente. Il decespugliatore è altresì indicato per il taglio e la rimozione di cespugli indesiderati, rovi e piante infestanti, da eliminare alla base.

Rose e numerologia: quanti fiori è bene regalare?

Regalare fiori – rose specialmente – richiede un approccio votato alla cura dei dettagli, nel rispetto della complessa simbologia che orbita intorno al mondo floreale e al suo affascinante linguaggio. Ogni fiore ha un proprio codice e sottende un universo di significati impliciti, da decodificare e da rielaborare, per esprimere al meglio le proprie emozioni. Non solo, intorno ai doni floreali vi è tutto un protocollo di regole della buona educazione a cui attenersi per non incappare in gaffe, non solo per ciò che riguarda la tipologia di fiori ma anche in relazione alla numerologia.

Quante rose si regalano?

Prima di inviare fiori a domicilio o di consegnarli personalmente, è bene conoscere l’apparato di norme e convenzioni che riguarda il giusto numero di fiori da porgere in dono. La questione si tinge di sfumature che riguardano il Galateo, la cabala e la superstizione, un complesso di tradizioni e precetti che danno vita a un complesso particolareggiato e affascinante.

Mai in numero pari!

Tradizione vuole che il numero di rose di un bouquet debba essere rigorosamente dispari. Il discorso vale per le rose ma può essere applicato a qualunque tipologia di fiore: secondo la cabala e la divinazione antiche, i numeri dispari sono portatori di cariche positive, generano energia e sono sinonimo di dinamicità; regalare fiori in numero pari, invece, esprime disimpegno o mancanza di coinvolgimento.

Le eccezioni: il 12 e il 6

Superstizione lega la tradizione floreale al numero 12. Si dice che le rose debbano essere regalate in dozzine o in multipli di dodici. La simbologia che si cela dietro alla numerologia del dodici sarebbe riconducibile all’idea dell’impegno eterno. Donare 12 rose ha il significato di “voglio stare con te per sempre”. Per un fidanzamento, invece, Galateo vuole che debbano essere regalate 6 rose rosse, la metà di quante se ne dovrebbero porgere per un matrimonio.

Come funziona la fitodepurazione

Attraverso la Fitodepurazione si procede a depurare gli scarichi delle acque reflue utilizzando esclusivamente il processo naturale di piante in simbiosi con microrganismi. Gli scarichi dove confluiscono le sostanze organiche di impianti civili, come ad esempio il bagno e la cucina, vengono depurati sfruttando le capacità biologiche di autodepurazione di specifiche specie di piante.

 

Un impianto per la fitodepurazione realizzato da fitodepura.com è di facile concezione e costruzione, esistono aziende specializzate in grado di realizzare un sistema di fitodepurazione destinato sia all’uso civile che industriale o pubblico. Per realizzare un impianto di fitodepurazione si procede innanzitutto alla creazione di una fossa impermeabilizzata dove raccogliere le acque reflue. In seguito, in base al dimensionamento del carico organico e idrico da trattare si passerà alla valutazione delle piante da inserire. Nei sistemi di fitodepurazione si utilizzano diverse tipologie di piante, dagli arbusti alle piante galleggianti, dalle canne di palude alle specie con un importante apparato radicale.

 

La Fitodepurazione rappresenta un sistema per il trattamento delle acque reflue ecosostenibile ed economico che offre notevoli vantaggi. Non richiede grandi costi di costruzione e di manutenzione, può essere dimensionato con il minimo impatto ambientale per ogni uso e consente di riutilizzare in sicurezza almeno il 90% dell’acqua depurata, una soluzione efficace e che rispetta l’ambiente.

Progettare i vialetti per il proprio giardino

Se desiderate che il vostro giardino sia particolarmente curato, e che vi siano degli spazi correttamente delimitati per il passaggio delle persone che compongono la famiglia, o per degli ospiti, non c’è niente di meglio che progettare alcuni vialetti che possano fungere da guida verso un’area relax o vero l’entrata / uscita del vostro spazio verde. Spesso elementi “sottovalutati” rispetto ad altri componenti altrettanto essenziali del vostro giardino, i vialetti sono di primaria importanza poichè permettono non solamente di predisporre un’adeguata comunicazione tra le varie zone della vostra proprietà, quanto anche consentire una decorazione del manto erboso piuttosto ad effetto.

 

Considerato tuttavia che si tratta di un elemento piuttosto complesso da valutare e interpretare, il nostro consiglio non può che essere quello di rivolgervi ad un bravo consulente che possa fare un progetto giardino insieme a voi i vialetti del vostro giardino, scegliendo i giusti materiali e la giusta disposizione sul terreno. Ma quante tipologie di vialetti è possibile utilizzare? Un primo tipo di vialetto molto comune è quello realizzato in ghiaia. Sebbene si tratti di una tipologia molto diffusa, e dal prezzo estremamente contenuto, non è certamente il massimo per quanto attiene la semplicità e la fruizione di utilizzo (basti pensare alle situazioni in cui qualcuno dovrà passare con una carrozzina). Bisogna inoltre tenere in considerazione che a fronte di bassi costi iniziali, sono previsti elevati costi nel lungo termine (di manutenzione).

 

Discorso similare vale per i vialetti in pacciamatura di corteccia, in grado di donare al giardino un effetto estetico molto valido, ma sicuramente scomodi per quanto concerne la loro manutenzione (il materiale ha necessità di periodica reintegrazione). Se desiderate qualcosa di più funzionale ma un pò più costoso, è invece possibile optare per dei pratici vialetti in granito o tufo: e se desiderate migliorare ulteriormente il vostro impatto ambientale, sappiate che in commercio esistono materiali provenienti dal riciclo in grado di garantire il top delle prestazioni!

GIUNGLA SULL’ASFALTO

Daniele Fazio, uno dei progettisti di Gardenboots, ha un sito che vale la pena di visitare: http://www.giunglasullasfalto.it/

Giungla sull’asfalto è un progetto di Seacoop che intende sviluppare la conoscenza della flora spontanea in ambito urbano (cioè delle specie vegetali che colonizzano naturalmente i diversi ambienti cittadini, ad esclusione quindi delle piante introdotte volontariamente dall’uomo) e offrire spunti di riflessione sul tema.

Normalmente liquidate con l’epiteto di “erbacce” vengono combattute con accanimento quasi a voler eliminare ogni traccia di vera naturalità dalle nostre città.

Il progetto non ha come finalità la riabilitazione o la denigrazione delle piante spontanee presenti in città ma solo di conoscenza e riflessione, nella consapevolezza che non esistono in assoluto specie vegetali belle o brutte, utili o dannose. L’”infestante” e l’“erbaccia” sono infatti prodotti umani che nascono nel momento in cui l’uomo raccoglitore diviene coltivatore e poi, più avanti nel tempo, giardiniere.

PRESENTAZIONE A MILANO

Presentazione della manifestazione Giardiningiro a Milano il 18 novembre alle ore 18.00

all’Associazione VerDiSegni (www.verdisegni.org) nella sede della Scuola Arte e Messaggio Via Giusti 42 (trasversale di Via Canonica)

Partecipano Michela Pasquali e Laura Pirovano

GIARDININGIRO

Dal 9 all’11 ottobre 2009 si è svolta a Torino la prima edizione di GIARDININGIRO, organizzata da Stilema e con la direzione artistica di Michela Pasquali. Obiettivo della manifestazione è mettere l’accento sul rapporto tra la città e il verde urbano, per promuovere la creazione di nuovi giardini e per partecipare in maniera creativa al dibattito della trasformazione e dello sviluppo dello spazio urbano e sociale.

Giardiningiro si è articolato con un fitto calendario di appuntamenti ed eventi tra presentazioni di libri e incontri con autori italiani e stranieri sulla cultura contemporanea del giardino e del paesaggio che avranno luogo al Parco del Valentino. A queste iniziative si sono aggiunti inoltre un workshop sulla guerrilla garden e due laboratori con i bambini per diffondere la pratica degli orti nelle scuole.

Grazie a un concorso internazionale sono stati realizzati, durante i tre giorni dell’evento, venti Giardini Temporanei a San Salvario. Per tre giorni una parte del quartiere si è trasformato in un laboratorio a cielo aperto di idee e valori sperimentali. Spazi non utilizzati, non costruiti o non pianificati, di grandi dimensioni o solo piccoli angoli, sono diventati protagonisti creando un percorso che li collega tutti tra loro. Un invito a fare nuove esperienze, per stimolare e suscitare emozioni e vedere con occhi diversi spazi che altrimenti rimarrebbero anonimi ritagli urbani.

Con il patrocinio della Regione Piemonte, GIARDININGIRO fa parte del programma di Flor ’09, mostra nazionale di giardinaggio e orticoltura, organizzata da Nuova Società Orticola del Piemonte nell’ambito della campagna di mobilitazione energetica Uniamo le energie, promossa dalla Regione Piemonte. Giardiningiro è organizzato da Stilemacon la direzione artistica di Michela Pasquali e si avvale della collaborazione degli studenti dello IED del Master in Interior Design: Progettare le emozioni dall’architettura all’effimero.

CONCLUSIONI

Realizzata nell’ambito di Flor 09, Giardiningiro – la prima manifestazione di questo tipo in Italia- si è conclusa. Il principale obiettivo che mi ero posta all’inizio di quest’ambiziosa impresa era quello di contribuire al movimento globale, sempre più importante e urgente, per ristabilire un equilibrio tra l’inarrestabile processo urbano e il giardino, come luogo di conservazione della natura e spazio sociale, insieme al coinvolgimento e alla partecipazione del quartiere e della città.

Un progetto che ha contato su un piccolo gruppo di lavoro che con grande capacità organizzativa e di promozione ha decretato il successo della manifestazione; i media e le numerosissime pagine web hanno parlato dell’evento grazie a un efficiente piano di comunicazione. Abbiamo potuto contare sempre sull’appoggio di Flor 09 e della Nuova Società Orticola del Piemonte, oltre naturalmente su tutti gli sponsor e patrocinatori, che hanno investito e creduto in questo progetto dandoci l’assistenza tecnica, finanziaria e umana indispensabile per la riuscita di Giardiningiro.

Ma sono i progettisti, vero cuore dell’evento, i protagonisti di Giardiningiro, non solo di quelli realizzati, ma anche di tutti quelli che hanno partecipato al concorso. Più di cinquanta proposte che raccontano un idea, un desiderio comune, espressi in tante maniere diverse, per trasformare in giardino anche solo un marciapiede.

Per un fine settimana i diciotto giardini realizzati (solo diciotto e non venti, come previsto, perchè purtroppo non è stato possibile realizzare Mobile Oasis di Loos van Vliet e Social Nestwork di Studio Doppio) sono stati i protagonisti di San Salvario e hanno trasformato il quartiere in un laboratorio di sperimentazione e creazione, movimentando per tre giorni tutto il quartiere. La zona di San Salvario « occupata » dai giardini è stata coinvolta anche da una grande festa di quartiere grazie all’Associazione per lo Sviluppo di San Salvario che ha voluto rendere Giardiningiro un’occasione per condividere gli stessi obbiettivi. La parziale chiusura del traffico durante il sabato pomeriggio e tutta la domenica ha consentito l’invasione delle strade delle persone per assistere a tantissimi spettacoli di teatro, danza, musica in mezzo ai giardini.

Un importante contributo è venuto anche dalle conferenze e i workshop che si sono svolti al Parco del Valentino nell’ambito di Flor 09 e che hanno sviluppato tematiche importanti, la botanica in città, l’arte e il paesaggio, la guerrilla garden, gli orti nelle scuole, molto affini alla realizzazione dei giardini di San Salvario.

Sono davvero convinta che Giardiningiro possa essere un importante esempio in Italia per la nascita di nuove idee sullo sviluppo urbano e per un rinnovato desiderio di condividere ciò che è di tutti, la città e le sue strade. Spero quindi che si possa creare un appuntamento fisso a Torino, città che ha accolto questo evento con molta partecipazione. Vorrei anche che potesse diventare un esercizio di libertà e forse anche una maniera per esprimere un messaggio e un avvertimento sull’ambiente, la cultura e la società sul futuro delle nostra città.

Un progetto ambizioso e un appuntamento importante per poter sperimentare e creare, anche attraverso nuove iniziative, mantenendo vivo l’entusiasmo con cui abbiamo lavorato fin adesso, con la convinzione che sia possibile invadere sempre di più le strade della città con tanti nuovi giardiningiro.

Michela Pasquali

1 settembre 2009 SI È CHIUSO IL CONCORSO GIARDININGIRO

Ringraziamo tutte le persone che hanno partecipato, contribuendo a rendere vivo il dibattito sul verde urbano. La numerosa partecipazione dimostra l’interesse crescente su questi temi.

La nuova pagina I progetti selezionati raccoglie le diciassette proposte scelte dalla giuria, che saranno realizzate nel quartiere di San Salvario dal 9 all’11 ottobre. I tre progetti che mancano per arrivare al totale di venti installazioni fanno parte della sezione fuori concorso, ad opera degli studenti dello IED e della Città di Torino.